Posts Tagged ‘rebellin’

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da Ciclismoweb.net
di Silvia Tomasoni

“Qui in Slovacchia abbiamo vinto la prima tappa con Enrico Rossi, quindi non si poteva iniziare meglio. La seconda tappa è la più dura e allora cercherò di fare la corsa e di vincere. Faremo il possibile!” Detto, fatto! Davide Rebellin la seconda tappa del Giro di Slovacchia è riuscito a vincerla sul serio. Per questo “ragazzino” quasi quarantunenne (li compirà il prossimo 9 agosto) si tratta del primo successo in una stagione iniziata tardi ma già prodiga di risultati, con una seconda piazza al Giro di Grecia, poi un quarto posto al Trofeo Melinda vinto l’anno scorso e “scappato via”, quest’anno, per un soffio. E poco importa se i primi classificati in Trentino, Carlos Alberto Betancur Gomez e Moreno Moser, in due hanno praticamente la sua età.“Sento che posso dare ancora molto e vincere delle gare. E’ per questo che continuo a correre, anche perchè percepisco di potermi gestire al meglio. L’età per me non è un problema, non è un handicap anzi…con più esperienza so come affrontare le gare. E’ tutto un vantaggio!”

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L’esperienza a Rebellin non manca di certo, come non gli manca la voglia di mettersi in gioco ogni giorno, in ogni corsa. Come ci racconta lui stesso, con la voce pacata e gentile di sempre, soppesando ogni parola, scandendo ogni sillaba… e parla del suo ritorno al Melinda “E’ stata, comunque, una buona gara. Molto positiva. Non ero nelle condizioni dell’anno scorso…l’anno scorso il Melinda si era corso nel mese di agosto, quest’anno prima e avevo fatto solo una gara, sentivo che mi mancava un po’ il ritmo della corsa…le variazioni di ritmo, quelle che ti servono soprattutto nel finale per fare lo scatto, la volata. Però, nonostante tutto, ho ottenuto un buon quarto posto e sono contento!”
Ha cambiato casacca Davide Rebellin, non lo spirito “Ci sono stati dei problemi di registrazione della vecchia squadra, la Miche, problemi di affiliazione e, ad un certo punto, abbiamo pensato di prendere un’altra strada. Abbiamo parlato con Guerciotti e c’era questa possibilità di venire alla Meridiana, così abbiamo fatto questo sposalizio. I Guerciotti li conosco bene, hanno una grande passione! E’ già qualche anno che collaboro con loro ed è un piacere averli ancora al mio fianco!”
Questi mesi passati lontani dalle gare come sono stati? Come li hai vissuti? “Allenamenti, soprattutto…poi non c’è solo la vita da ciclista! Comunque mi sono sempre allenato come se dovessi correre ad inizio stagione. A febbraio ero pronto per fare risultati, per vincere. Mi sono allenato simulando anche delle gare, altrimenti non sarei ora in una buona condizione, dovrei ancora aspettare per riuscire a trovarla”
Nel periodo di stop l’idea di smettere, di dire basta, non ti ha mai sfiorato?  “Questo no, per ora no. Anche perchè sento di poter fare ancora qualcosa di buono. Mi mancano ancora altre gare da vincere, non è ancora il momento di smettere e credo di poter andare avanti per un altro anno o due. Arriverà il giorno in cui smetterò ma, per ora, il mio posto è in bici!”
Una volta terminato il Giro di Slovacchia quali saranno i tuoi obiettivi? “L’obiettivo principale sarà il Campionato Italiano e cercare di vincerlo. Poi tutte le gare del calendario italiano che ancora mancano. Corriamo spesso in Italia e ci sono delle corse che vorrei cercare di vincere”
A proposito di Campionato Italiano, si correrà in Trentino in Valsugana, lo senti adatto alle tue caratteristiche? “Si, sembra un percorso duro e quindi ci sarà una selezione naturale…per me va bene!”
Si è paventata la possibilità di una tua partecipazione anche alla prova contro il tempo… “Ma, è difficile. Stiamo valutando, però credo che sia difficile…perchè il giorno dopo una gara su strada, dopo 250 chilometri, non è semplice fare una cronometro a tutta. Comunque vedremo, gli allenatori ci tengono, però ancora non so. Il mio scopo sarà far bene nella prova in linea”
Il 2012 è anche l’anno delle Olimpiadi, dopo Pechino, un pensierino ai Cinque Cerchi l’hai fatto? “Le Olimpiadi penso siano una storia chiusa. E’ una manifestazione molto bella, importante ma per me oramai è una faccenda chiusa. Il Mondiale, quello si che mi mancherebbe. Per me è la gara più bella e mi piacerebbe eccome poterlo correre”
A 41 anni hai ancora un sogno nel cassetto? “Certo. Più di uno. Ciclisticamente parlando, cercare di vincere ancora una bella gara. Una Classica, perchè no il Campionato Italiano o, comunque, una corsa importante. Poi vedremo quando smetterò di correre cosa farò, anche se credo di restare nell’ambiente”
Ma il segreto per arrivare a quarant’anni in forma come te ce lo puoi rivelare? “Avere una vita ricca. Per me è naturale fare una vita regolata, non è un peso. Andare in bicicletta è un divertimento e anche quando avrò smesso di correre ci andrò, visto che amo questo sport. Mi fa stare bene e sono sempre alla ricerca di nuove sfide, di nuove emozioni…poi la rabbia che si è accumulata in questi ultimi anni mi spinge a rendere ancora di più!”

Articolo di VIncenzo Piccirillo su Cicloweb.it

Passano gli anni ma lui è sempre lì. Davide Rebellin deve avere qualche pozione magica che gli consente di rimanere sempre in lotta nelle prime posizioni, qualunque sia la stagione, la corsa o gli avversari.
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A quasi 41 anni, pur lontano dal ciclismo che conta, è ancora lì a giocarsi il successo come se corresse in Coppa del Mondo o al Giro e invece siamo lontani anni luce da quelle corse. L’unica cosa che non è cambiata è la sua voglia di pedalare e vincere. La sua storia è nota a tutti e il 2008 fa da spartiacque: nell’aprile 2009, dopo aver vinto la terza Freccia Vallone della sua carriera, passa da essere considerato il modello da seguire ad appestato del ciclismo.
Per la sua positività alle Olimpiadi diventa il simbolo del male dello sport italiano, quello da non rivedere mai più in gara. Davide se ne sta in silenzio e aspetta che passino i 24 mesi della squalifica. Una squalifica che accetta pur non ammettendo le sue colpe, pur di tornare a correre.
Lo fa rientrando dalla porta di servizio, dalla Serie C del ciclismo, firmando con la Miche, squadra Continental che non viene invitata alle grandi corse. Il suo rendimento è immediatamente elevato e tocca standard che per la maggior parte dei corridori del gruppo sono utopia (circa 30 piazzamenti nei primi 10 in una quarantina di giorni di gare).
Una delle due vittorie della sua stagione arriva alla Tre Valli Varesine che assieme al Giro dell’Emilia è la corsa più importante alla quale può partecipare, l’altro successo arriva al Trofeo Melinda. Una serie di prestazioni che fanno pensare per Davide ad un ritorno nel ciclismo che conta con la concreta possibilità di passare ad una Professional.
Invece il suo è ancora un nome scomodo e, complici anche le difficoltà economiche di tante squadre, si trova costretto a restare a guardare nei primi mesi dell’anno, rientrando solo al Tour of Hellas, corso in concomitanza con il Giro d’Italia. Rientra con la Meridiana Kamen, altra squadra Continetal e quindi lontana dal grande ciclismo. Chi lo conosce è certo che si farà trovare pronto ed infatti è così.
Nella prima tappa della corsa greca termina secondo ed in quella posizione chiuderà anche la classifica finale. Sabato scorso ha corso il Trofeo Melinda dove partiva col dorsale numero 1 e nonostante i pochi giorni di gara nella gambe ha lottato fino all’ultimo per la vittoria contro corridori come Betancur o Moser, che stanno vivendo una grande stagione e di quasi 20 anni più giovani di lui. Nemmeno il tempo di rifiatare che è partito alla volta della Slovacchia per prendere parte al Tour de Slovaquie dove oggi, nella seconda tappa che si concludeva in salita in quel di Čierny Váh, è tornato a battere tutti.
Al traguardo ha preceduto Sergey Rudaskov (Itera Katusha) di 15″, Jan Hirt (Nazionale Slovacca Under 23) di 23″ e Riccardo Zoidl (RC Arbö Gourmetfein Wels) di 40″. A completare la festa in casa Meridiana la maglia gialla che Enrico Rossi è riuscito a mantenere dopo la vittoria di ieri.
Come si legge dall’ordine d’arrivo, ora Rebellin si misura con corridori di caratura inferiore a quelli a cui era abituato ma la cosa sorprendente (anche se fino ad un certo punto) è come riesca ad allenarsi ed a correre, pur sapendo che anziché andare a “combattere” contro Bettini, Boogerd, Vinokourov, Sanchez, Evans, gli Schleck, Valverde e compagnia, deve misurarsi con Robert Vrecer, Hossein Askari o Sergey Rudaskov. Per farlo bisogna essere dei campioni e nonostante tutto di Davide non si può affermare il contrario.

Vincenzo Piccirillo

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L’Ultimo Chilometro è un film documentario, in uscita a fine 2012.

L’Ultimo Chilometro
1- Un chilometro all’arrivo. Il gruppo è compatto, i corridori sono un fascio di nervi tesi, tutti hanno ancora pieno diritto al sogno della vittoria.
Questo è la bicicletta, questo (e molto altro) è il suo sport, il ciclismo, metafora calzante della vita.
2- Dagli anni ’80 ad oggi il ciclismo è cambiato radicalmente.
Come dice il giornalista Gianni Mura “Se si pensa che i corridori hanno nelle orecchie una trasmittente e sono teleguidati dall’ammiraglia, si può dire che questa sia la fine dell’avventura”. E’ arrivato L’ultimo chilometro per questo affascinante sport?

Sinossi

L’Ultimo Chilometro è un racconto a tutto tondo del ciclismo attraverso 5 personaggi, 5 storie:

Ignazio Moser – figlio di Francesco. Giovane corridore carico di forze e di sogni: tra tutti la Parigi-Roubaix, la mitica corsa del nord che il padre, riferimento ma anche costante termine di paragone per Ignazio, fece sua per tre anni consecutivi.
Cadel Evans – star internazionale e primo corridore australiano a vincere il Tour de France, lo scorso anno. Nel 2012 tutti lo aspettano al varco: dal ritiro invernale di Alicante alla Grande Boucle, il film ne seguirà l’intera stagione agonistica. Saprà riconfermarsi?
Davide Rebellin – a 40 anni compiuti, lo scorso anno contro ogni previsione è tornato vittorioso. Ma dopo lo scandalo olimpico di Pechino 2008, quando fu costretto a riconsegnare la medaglia conquistata, per molti il suo nome rappresenta ancora e solo il lato oscuro del ciclismo, il doping.
Gianni Mura – il “suiveur”, giornalista di fama che da anni racconta il ciclismo attraverso le sue cronache dal Tour de France, e che dal Tour ci fornirà le chiavi di interpretazione di questo sport.
El Diablo/I tifosi – gli appassionati e i fanclub disposti a seguire il proprio idolo in capo al mondo, ad esaltarsi per le sue vittorie e a lenire le sue sconfitte. In particolare seguiremo da vicino il mitico “El Diablo”, tifoso tedesco che armato di forcone e coda da diavolo da anni segue le principali gare del calendario internazionale.

L’Ultimo Chilometro è il racconto di una stagione di corse, ma inevitabilmente diventa racconto delle nostre passioni, motivazioni, vicende, sentimenti.
Un film dal taglio internazionale, come è ormai diventato internazionale lo sport delle due ruote.
Un film per tutti coloro che una volta nella vita sono saliti su una bicicletta.